sabato 7 marzo 2020

Recensioni discografiche: Quartetti per pianoforte ed archi di Wolfgang Amadeus Mozart


Il miracoloso linguaggio musicale di Mozart, espressione di una creatività e d'una spontaneità inimmaginabili, si manifestò in maniera differente attraverso tutti i generi, dai brani solistici al melodramma (si racconta che il filosofo danese Søren Kierkegaard usasse sollevare il cappello ogni volta che il nome di Mozart compariva in un discorso). Tuttavia, siamo in grado di ritrovare in questo miracoloso universo pagine ancora più eccezionali che ci meravigliano e rapiscono ogni volta che le ascoltiamo. Non sorprende dunque che fra le opere rappresentative del compositore non rientrino solamente quelle destinate alla sala da concerto, alla chiesa o al teatro, ma anche partiture da camera. In effetti, durante la seconda metà del XVIII secolo (in cui si inserisce il cosiddetto Classicismo Viennese), la musica cameristica era considerata la forma più alta dell'arte musicale. Per mezzo di essa, il compositore poteva fornire eclatante dimostrazione della sua abilita nel maneggiare una scrittura che dona libertà di movimento alle differenti voci, mettendole sullo stesso piano, senza tuttavia sfociare nel contrappunto rigoroso come durante la musica barocca.

I quartetti e i quintetti per archi di Mozart, il suo unico trio per archi in mi bemolle maggiore KV 563 e i suoi quartetti con il pianoforte KV 478 e 493 sono esempi magnifici di questo tipo di scrittura. Nei quartetti KV 478 e 493, l'equilibrio strumentale è tuttavia leggermente differente. All'omogeneità sonora degli archi risponde il pianoforte, uno strumento principalmente autonomo, che può anche non avere bisogno di compagni. Ma è precisamente da questa opposizione che queste due partiture (scritte praticamente uno di seguito all'altro tra la fine del 1785 e l'inizio del 1786) traggono il loro fascino. L'universo degli archi e quello del pianoforte si incontrano in modo sempre diverso, gareggiando come in un concerto oppure completandosi, unendo le loro forze in una singola entità o mettendo in risalto certi strumenti, eccetto il pianoforte, il quale si ritaglia spesso una parte da solista. Del resto, i musicologi si domandano se non sia il caso di vedere in queste partiture dei concerti per pianoforte travestiti da quartetti piuttosto che delle autentiche composizioni cameristiche. Il fatto è che non solamente la scrittura del piano ma anche l'interazione con gli altri strumenti ricordano il genere concertante. Queste somiglianze divengono evidenti allorquando si comparano questi due quartetti alle versioni per quintetto con pianoforte che Mozart stesso ha fatto di sei dei suoi concerti. Ci sono tuttavia altri aspetti che compaiono con un'intensità e un'intimità sconosciute nei concerti. Si pensi per esempio al patetismo del primo movimento del KV 478, in sol minore, tonalità raramente impiegata da Mozart, o alla commovente tenerezza melanconica del Larghetto del KV 493 (la sua tonalità non meno inconsueta di la bemolle maggiore era considerata nel XVIII secolo, secondo l'estetica di Schubart, come la "tonalità della tomba del giudizio, dell'eternità"). I due finali in rondò mostrano con quale genio Mozart poteva ricavare dalla stessa forma due pezzi completamente differenti, dotati ciascuno di perfetta naturalezza e della più grande coerenza.

Ogni pianista e suonatore di strumento ad arco accarezza l'opportunità di eseguire i celestiali quartetti per pianoforte di Mozart; e la gioia e il desiderio di mettersi in gioco con questa musica sono palpabili in questa registrazione dal vivo immortalata dalla Deutsche Grammophon. Daniel Barenboim ha già acquisito una pluridecennale familiarità con la musica di Mozart sia come pianista che come direttore, e qui si presenta in entrambe le vesti con una formazione quartettistica che include suo figlio, il violinista Michael Barenboim, la viola solista della Staatskapelle di Berlino Yulia Deyneka e il violoncellista Kian Soltani, il cui album di debutto Home è stato inciso dalla storica casa discografica tedesca nel 2018.


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