martedì 31 marzo 2020

I modi gregoriani

I modi sono alla base della monodia ecclesiastica medioevale (canto gregoriano) alla quale forniscono il supporto sia nel libero melodizzare, sian nelle stereotipe forme di intonazione (salmi). Ai quattro modi

Dorico - Frigio - Lidio - Misolidio

importati non senza travisamenti dall'antica teoria greca, si aggiungono in epoca rinascimentale i modi

Eolio - Jonio.

Dai sei modi autentici discendono altrettanti "ipomodi" (ipo = sotto), detti plagali

Ipodorico - Ipofrigio - Ipolidio - Ipomisolidio - Ipoeloio - Ipojonio.

Nei modi autentici l'ambitus si estende a partire dalla finalis (nota base del modo) mentre nei modi plagali comincia una quarta sotto e la finalis si trova all'interno dell'ambitus. Il modo autentico e il plagale da esso derivato hanno in comune la finalis. Il tenor o repercussio (nota dominante o corda di recita) si trova normalmente a distanza di quinta dalla finalis nei modi autentici; nei modi plagali una terza sotto rispetto al tenor del corrispondente modo autentico. La nota SI è evitata per il suo carattere di instabilità e di ambiguità: la regola conosce quindi eccezioni nei modi frigio (con tenor DO e conseguente tenor LA nell'ipofrigio) e ipomisolidio (con tenor DO). I modi sono designati anche attraverso numerali ordinali (primo modo, secondo modo, ecc.): i numeri dispari identificano i modi autentici, i pari i modi plagali o ipomodi. La situazione è complicata dal fatto che spesso nell'uso il termine "modo" è sostituito da "tono" (per es. secondo tono), creando così ambiguità non tanto rispetto al senso assunto da quest'ultimo termine con l'avvento della tonalità, quanto rispetto alla connotazione di "tono" come formula di intonazione (otto erano i toni di salmo). Fino alla metà del XVII secolo i modi improntano anche la musica polifonica e strumentale. Con l'affermarsi della sensibilità tonale, focalizzata sui due soli modi (Maggiore - Jonio; Minore - Eolio), con l'evolversi delle "clausole" (formule conclusive) in cadenze dotate di note adeguatamente alterate in base alla funzione (sensibile, sopradominante, ecc.), l'armonia modale cede gradualmente il posto all'armonia tonale che impronterà circa duecentocinquant'anni di storia musicale.

(Fonte: Fulgoni M., Sorrento A., Manuale di teoria musicale, Vol. I, pagg. 9-10, Edizioni Muaicali "la Nota")

SCALE MODALI ECCLESIASTICHE



In questo video vengono presentate anche sonoramente tutte le scale modali:


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