sabato 27 marzo 2021

Edizioni musicali: le Invenzioni e Sinfonie di Johann Sebastian Bach in Urtext (G. Henle Verlag)

DALLA PREFAZIONE:

Nel 1717 Johann Sebastian Bach (1865 - 1750) venne nominato maestro di cappella alla corte del Principe Leopoldo di Anhalt-Köthen. In quel tempo, la famiglia Bach aveva quattro figli, di cui il più grande, Wilhelm Friedemann Bach (1710 - 84), beneficiava già di una formazione musicale. In questo contesto, suo padre elaborò per lui, all'inizio dell'anno 1720 un Clavier-Büchlein (piccolo libro per la tastiera) che porta l'indicazione "iniziato a Köthen il 22 gennaio 1720". Le prime pagine di questa raccolta contengono prima di tutto dei brevi preludi, adattamenti di corali e movimenti di danze, seguiti da preludi più estesi che vennero integrati più tardi nella prima parte del Clavicembalo ben temperato. Nella parte finale si trovano - ancora chiamate qui "Praeambula" e "Fantasiae" - le Invenzioni e Sinfonie. Le ultime pagine andarono perdute.

La data esatta di composizione delle Invenzioni e Sinfonie non è conosciuta. Tuttavia, certi elementi indicano che la maggior parte, se non la totalità dei pezzi, venne composta specialmente per servire all'educazione musicale di Wilhelm Friedemann. Bach annotò le sue "Fantasiae" (=Sinfonie) alcune in bella copia altre in forma di abbozzo. Esse includono correzioni che lasciano pensare che egli le abbia scritte di getto, senza uno schizzo preparatorio. Per quanto concerne i "Praeambula" (Invenzioni) la situazione è differente, dato che alcuni brani sono annotati direttamente dalla mano di Wilhelm Friedemann: essendo poco verosimile che quest'ultimo, allora in un'età compresa fra i 10 e i 12 anni, possa esserne stato l'autore, è più probabile che li abbia copiati da precedenti modelli stabiliti dal padre. 

Nel 1723, Bach ricopiò in bella le sue Invenzioni e Sinfonie (dotate questa volta dei titoli con cui oggi le conosciamo) in un quaderno personale. Così facendo, ritoccò leggermente il testo musicale e modificò la successione dei pezzi, classificandoli in ordine progressivo di tonalità. Lo specialista bachiano Christoph Wolff avanza la tesi secondo la quale questo manoscritto autografo, ora dotato di una pagina con titolo e preambolo, potrebbe essere stato predisposto in vista della candidatura di Bach per il posto di maestro di cappella presso la chiesa di San Tommaso di Lipsia (Thomaskantor). La morte del suo predecessore, Johann Kuhnau (giugno 1722), la rinuncia di Georg Philipp Thelemann a prendere il suo posto (novembre 1722) e la mancata liberazione di Christoph Graupner dagli obblighi presi con il suo patrono (fine marzo 1723), permisero a Bach, che già a fine 1722 era stato ammesso nel circolo dei postulanti, di partecipare all'ultima selezione. Tuttavia, la missione del Thomaskantor prevedeva una doppia mansione: non solo egli doveva dirigere (e comporre) la musica per gli uffici religiosi, ma anche insegnare alla Thomasschule, in particolare il canto e diversi strumenti. In questo campo, Bach, che non aveva diplomi universitari e a Köthen si era occupato solo di musica di corte, aveva poca esperienza da poter mettere in pratica. Così, esattamente come la prima parte del Clavicembalo ben temperato - di cui Bach completò la bella copia proprio in quel periodo - la raccolta delle invenzioni e sinfonie venne dotata di una pagina di titolo che ne sottolineasse prima di tutto la loro utilità per la formazione strumentale. Con questi pezzi, verosimilmente Bach volle provare le sue capacità di insegnare in maniera appropriata ed efficace, malgrado la mancanza di una formazione universitaria.

Nel cosiddetto "Onesto metodo" (Auffrichtige Anleitung) aggiunto all'inizio delle Invenzioni e Sinfonie, Bach si indirizza a due tipologie di destinatari: i (semplici) amatori e coloro che sono "avidi di imparare", cioè gli allievi strumentisti. Così facendo, egli ci mette davanti a un doppio obiettivo di apprendimento: da un lato, lo sviluppo d'una pratica strumentale ad un tempo cantabile ed equilibrata sia per la mano destra che per quella sinistra, dall'altro un'introduzione alla composizione (e all'improvvisazione). Quest'ultimo obiettivo è probabilmente alla base del carattere quasi enciclopedico delle invenzioni e sinfonie: Bach presenta in questa raccolta una grande varietà di caratteri e di affetti, impiegando una ricca tavolozza che va dallo stile galante alla più grande sensibilità, oltre che un uso oculato delle differenti tonalità mettendone in risalto le qualità espressive.

Esistono molte copie delle invenzioni e sinfonie realizzate dai suoi allievi, la maggior parte delle quali sono sicuramente state ricavate dalla copia manoscritta di Bach. Queste copie sono interessanti, perché forniscono ad un tempo uno sguardo sulle pratiche di ornamentazione dell'epoca (il testo non è modificato, ma ci sono molti ornamenti aggiunti) e sull'insegnamento di Bach. La profusione di ornamenti potrebbe avere funzione didattica: forse l'allievo poteva scegliere caso per caso fra le molteplici varianti presentate. Bach aveva inizialmente aggiunto pochi abbellimenti al manoscritto autografo. Durante una revisione del manoscritto (di cui non conosciamo la data), corresse taluni errori in pochi punti (rielaborò profondamente l'invenzione numero 1), ma aggiunse anche nuovi ornamenti alle invenzioni 10 e 11, oltre che alla sinfonia 5.

Il manoscritto autografo in bella copia costituisce la fonte principale di questa edizione (solo le invenzioni 1 e 5 sono state presentate in doppia versione, originale e rielaborata). Quando le copie degli allievi presentano differenze significative, le Sinfonie sono proposte due volte: una secondo la versione con meno ornamenti del manoscritto di Bach, la seconda dalle copie, molto più abbellita. A differenza dello spartito, l'ornamentazione, come parte integrante della "decoratio", rientrava nel campo del "gusto" e dipendeva di conseguenza dalle preferenze e dalle capacità personali dei musicisti. Esse erano considerate come un apporto individuale e non erano generalmente annotate, ma potevano essere aggiunte spontaneamente. In questo modo le "maniere" (gli ornamenti) erano considerate un mezzo indispensabile per rendere più interessante l'interpretazione di un'opera. Questo perché Bach inserì all'inizio del Clavier-Büchlein una tavola completa degli ornamenti. Gli abbellimenti riprodotti in questa edizione sono volti a dare un'immagine della pratica strumentale in uso intorno al 1725 nella cerchia di Bach e a suscitare una riflessione personale sulle scelte appropriate in termini d'ornamentazione.

A proposito della diteggiatura. La diteggiatura della presente edizione è pensata per il pianoforte moderno. L'obiettivo non è quello di ricercare una diteggiatura storica, ma piuttosto una facilità di esecuzione che faccia appello a tutte le dita, compreso il pollice sui tasti neri. Lo spartito di Bach non fornisce quasi mai indicazioni di fraseggio. Secondo questo punto di vista, anche se la diteggiatura proposta tenta di essere neutrale, potrà essere sovente utile e necessario imprimervi un'intenzione di fraseggio. La diteggiatura degli abbellimenti si basa sulla loro realizzazione "standard". Eventuali alternative sono tuttavia possibili.