Composta nel 1883 per il concorso operistico bandito dall'editore Sonzogno e rappresentata per la prima volta al Teatro dal Verme di Milano il 31 maggio 1884, Le Willis costituisce la prima opera lirica in assoluto di Giacomo Puccini.
Concepita in origine come un'opera-ballo in un solo atto (così come richiesto dal bando di concorso), ha come soggetto la leggenda delle Villi, spiriti femminili che incarnano la vendetta di tutte quelle donne cadute vittime di un tradimento d'amore, divenuta celebre grazie al balletto Giselle, di Alphonse Adam e Théophile Gautier, da cui Alphonse Karr trasse il racconto Les Willis, fonte primaria del libretto, scritto dal letterato lombardo Ferdinando Fontana, esponente della cosiddetta Seconda Scapigliatura.
La trama si svolge nella Foresta Nera. La prima parte riguarda il fidanzamento fra Anna (il soprano), figlia di Guglielmo (il baritono), e Roberto (il tenore). Il duetto d'amore che occupa gran parte di questo primo tempo è tuttavia funestato dai presentimenti della protagonista femminile, che non vede di buon occhio l'imminente partenza dell'amato. Segue un primo intermezzo sinfonico, che dà espressione ai sentimenti di Anna, la quale, non vedendo più tornare Roberto, finisce per morire di crepacuore. Nella seconda pagina orchestrale viene evocata la tregenda delle Villi, magiche creature che fanno danzare senza sosta gli amanti infedeli, fino a provocarne la morte. Inizia quindi la seconda parte dell'opera, con Guglielmo che, non trovando pace per la morte della figlia, invoca l'intervento degli spiriti vendicatori. Roberto fa dunque ritorno al villaggio. Era effettivamente stato sedotto da una "sirena", che gli aveva fatto dimenticare la fidanzata lontana. Roso dal rimorso, egli è tornato per cercare il perdono di Anna, ignorandone però la triste sorte. E' in questo momento che le Villi fanno la loro comparsa, guidate dallo spirito della defunta fanciulla, la quale coinvolge il traditore nella danza fatale. Quando, all'alba, Guglielmo apre la porta di casa, non può che contemplare con soddisfazione la vendetta finalmente consumata.
La breve opera riscosse un considerevole successo, tanto da attirare l'attenzione dell'editore Ricordi, il quale propose a Puccini di scrivere una nova opera (nascerà poi Edgar). Sempre su impulso del nuovo editore, il maestro lucchese ritornò più volte su Le Willis (rinominate Le Villi), dividendo l'opera in due atti ed aggiungendo due arie per i protagonisti principali, oltre che riscrivendo il finale.
Pur essendo un'opera di esordio, nelle Willis è possibile non solo riconoscere in nuce tutte le caratteristiche del più autentico stile pucciniano, ma anche tutti gli influssi che lo hanno ispirato, dalle nuove avanguardie di derivazione francese alla lettura dei capolavori wagneriani. La stessa orchestrazione e lo stesso ordito sinfonico non sono infatti comuni allo stile italiano prevalente dell'epoca.
Caduta nel dimenticatoio a seguito delle revisioni successive, per venire definitivamente soppiantata quella in due atti, la versione originale è stata di recente sottoposta ad un lavoro di ricostruzione filologica. Ed ora, grazie alla prestigiosa e pluripremiata casa discografica inglese Opera Rara, abbiamo di nuovo la possibilità di ascoltare la prima opera di Puccini così come non si è più sentita per più di 120 anni. Basandosi sulla nuova edizione critica edita da Ricordi, Sir Mark Elder dirige un cast d'eccezione, che ripropone al pubblico di Opera Rara per la seconda volta il soprano albanese Ermonela Jaho (comparsa già in Zazà, di Ruggiero Leoncavallo) e presenta per la prima volta l'emozionante tenore armeno Arsen Soghomonyan. In appendice, sono state aggiunte l'aria di Anna "Se come voi piccina io fossi, o vaghi fior" e quella di Roberto "Torna ai felici dì", aggiunti alla seconda versione in due atti delle Villi, mostrandoci le superbe doti compositive del giovane e talentuoso compositore lucchese nella sua prima esperienza operistica.
Buon ascolto!
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