sabato 22 febbraio 2020

I nomi delle note

I nomi delle note - Ut, Re, Mi, Fa, Sol, La - altro non sono che le prime sillabe di ogni emistichio (metà di un verso) di un inno a San Giovanni, attribuito a Paolo Diacono (VIII secolo).



(Traduzione: Affinché i tuoi servi, a piena voce, possano esaltare le tue gesta meravigliose, togli, o San Giovanni, ogni impurità dalle loro labbra)


Gli emistichi avevano la particolarità di essere intonati in progressione uno più alto del precedente secondo i gradi dell'esacordo naturale (C, D, E, F, G, A). In tal modo le sillabe iniziali furono assunte da Guido d'Arezzo quale efficace accorgimento didattico per l'intonazione dell'esacordo stesso e per la tecnica della solmisazione. In parole moderne, l'intonazione delle sei sillabe diventa strumento per la lettura a prima vista: nella guidoniana Epistola de ignoto cantu il canto da leggere è "sconosciuto", non viene più riprodotto o ricostruito a memoria come quando ci si basava sui soli neumi-accenti in campo aperto.


La settima sillaba, estranea all'esacordo ma necessaria al sistema di scale in ottava, venne aggiunta in epoca rinascimentale, forse sintetizzando in SI le parole Sancte Iohannes che conducevano l'inno. In Italia e Spagna la prima sillaba Ut fu sostituita da Do.


Notiamo che i suoni fissati dalle chiavi corrispondono ai suoni base degli esacordi della teoria guidoniana della solmisazione:




Osserviamo qui il principio dell'applicazione delle sillabe alla scala. Il primo suono viene intonato sempre sulla sillaba Ut: ut-re, re-mi, fa-sol e sol-la corrispondono all'intonazione dei toni; mi-fa è sempre il semitono. E' quindi evidente che le sillabe non indicano l'altezza assoluta dei suoni, ma la loro intonazione relativa. Questo principio è mantenuto nell'attuale sistema di lettura intonata con il "do-mobile" (Tonic sol-fa).


(Fonte: Fulgoni M., Sorrento A., Manuale di teoria musicale, Vol. I, pagg. 10-11, Edizioni Musicali "la Nota")

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