L’armonia classica occidentale fonda le sue radici nelle teorie della scuola pitagorica del VI secolo a.C. ed ha avuto un lento e progressivo sviluppo per tutta l’Era Antica, il Medioevo e il Rinascimento. Ma solo a partire dal XVII-XVIII secolo, grazie a illustri teorici come Jean-Philippe Rameau e compositori del calibro di Johann Sebastian Bach, essa ha iniziato ad evolversi più rapidamente verso le forme che conosciamo e che ancora oggi studiamo.
L’illustre tradizione musicale occidentale non deve far ritenere che il nostro sistema armonico sia l’unico e il migliore al mondo: ogni popolo, cultura e tradizione ha sviluppato regole musicali sue proprie. L’armonia occidentale ha in più semplicemente il pregio di una lunga storia teorica, oltre ad aver dimostrato nel tempo una versatilità tale da permetterle di progredire ed evolversi a sua volta. Tuttavia, il fenomeno musicale, in qualsiasi forma o modo si declini, prende le mosse da fenomeni fisici e risponde a regole matematiche ben precise.
Dalla prossima lezione, la prima ufficiale dopo questa generale introduzione, cominceremo a capire proprio i fondamenti di acustica che stanno alla base di tutti i sistemi armonici. In seguito cominceremo a vedere il concetto di intervallo e la distinzione tra intervallo armonico e melodico, la scala musicale e le sue caratteristiche, la differenza fra modo maggiore e minore e la formazione degli accordi. Passeremo dunque a spiegare come concatenare fra di loro gli accordi, le regole per muovere correttamente le voci e i concetti di cadenza, modulazione e progressione, cioè i rudimenti della composizione stessa.
ALCUNI TESTI CONSIGLIATI:
ALCUNI TESTI CONSIGLIATI:
- Walter Piston, Armonia, EDT;
- Arnold Schönberg, Trattato di armonia, Il Saggiatore;
- Gennaro Napoli, Elementi fondamentali di armonia, Edizioni Curci;
- Guido Farina, Trattato di armonia teorico pratico, Voll. I, II, III, IV, Carisch Musicom
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