sabato 15 novembre 2025

Contrappunto (Lezione 4): Contrappunto a due voci - Terza specie (quattro note contro nota)

Il contrappunto di terza specie prevede una combinazione fra il cantus firmus, sempre in semibrevi, e una voce che si muove per semiminime, in modo tale da avere quattro note contro una. Dal punto di vista ritmico, le note della quarta specie hanno un peso più diversificato rispetto a quanto accadeva nella seconda specie. La prima nota della battuta rappresenta sempre il tempo più forte, in quanto coincide con il battere, mentre le posizioni pari sono sempre deboli. Per quanto riguarda il terzo tempo della battuta, invece, esso riveste una posizione ambivalente, in quanto sentito meno forte del primo, ma più forte del secondo e del quarto, come una sorta di secondo battere portatore di un accento secondario.


Nella prima battuta, la voce in contrappunto deve contenere una pausa di un quarto e tre semiminime, la prima delle quali dev'essere in relazione di quinta, ottava o unisono con il cantus firmus.


Nell'ultima battuta, invece, si deve concludere, come sempre, con una semibreve in ottava o unisono; nella penultima battuta, invece, la voce in contrappunto ha più libertà di movimento rispetto alla seconda specie (di seguito alcuni esempi di formule finali).


Il primo tempo di ogni battuta deve contenere una consonanza, gli altri possono contenere consonanze o dissonanze: oltre alla nota di passaggio, già incontrata nella seconda specie, la terza specie prevede anche la nota di volta e la nota d'ornamento.

Le note di passaggio dissonanti possono comparire sia sui tempi deboli che sul terzo tempo della battuta: nel primo caso, fungono da collegamenti fra i tempi dispari, che saranno sempre in consonanza con il cantus firmus, rivestendo la stessa funzione della nota di passaggio nella seconda specie; la nota di passaggio dissonante sul terzo tempo, invece, assume una funzione analoga alla cosiddetta nota di passaggio accentata, vietata sul primo tempo della battuta, ma tollerara in terza posizione.


In genere, una nota di passaggio dissonante è preceduta e seguita da una consonanza, salvo in presenza di una quinta diminuita, dissonanza che per sua natura si trova sempre prima o dopo una quarta giusta: in questo caso si può parlare di doppia nota di passaggio dissonante.


Si definisce nota di volta una fioritura costituita da una nota che si muove per grado da un'altra nota di partenza per poi ritornarvi: la partenza e l'arrivo della fioritura saranno sempre in consonanza, mentre la nota di volta potrà essere sia in dissonanza (il caso più frequente) sia in consonanza. La nota di volta è detta superiore quando il movimento è verso la nota più acuta, inferiore nel caso opposto.


Rara, ma non infrequente in alcuni manuali, la nota di volta sul quarto tempo, la quale, trovandosi a cavallo di battuta, farà ritorno sulla stessa nota ma non sullo stesso intervallo, dato lo spostamento del cantus firmus.


Si deve tenere presente che la nota alterata comporta una modulazione quando è di passaggio o di volta superiore, mentre la modulazione non avviene quando è nota di volta inferiore.


Simile alla nota di volta è la nota d'ornamento, che si muove da una nota di partenza e vi ritorna, ma per salto e non per grado congiunto: è auspicabile che la fioritura si trovi sempre su un intervallo consonante e che non si distanzi dalla nota di partenza più di una quarta giusta.


Quando si trova al basso, la nota d'ornamento può dare l'impressione di produrre un secondo rivolto: in questo caso, tuttavia, l'errore non si produce, poiché neutralizzato dall'immediato ritorno sulla nota reale.


Alcuni manuali ammettono anche la doppia nota di volta e la cosiddetta nota cambiata: queste fioriture tuttavia esulano comunemente dall'insegnamento del contrappunto scolastico e le citiamo solo per ragioni di completezza.

La doppia nota di volta, come dice il nome, è una fioritura che tocca entrambe le note di volta relative a una nota reale: per questo motivo, la doppia nota di volta occupa tutti i tempi della battuta e si struttura in modo tale che, dopo aver raggiunto la prima nota di volta (superiore o inferiore), la voce tocchi la nota di volta opposta (inferiore se si è partiti dalla superiore e viceversa), prima di tornare alla nota reale.


Caratteristica della doppia nota di volta è il salto di terza che intercorre fra le due note di fioritura, che sottintende un ritorno momentaneo alla nota reale.


A conclusione della doppia nota di volta, è altamente preferibile proseguire l'andamento melodico per grado congiunto innescato dalla seconda metà della figurazione, superiore se la seconda nota di volta è inferiore e viceversa:


Simile alla doppia nota di volta è la nota cambiata, molto usata e trattata nell'ambito del contrappunto storico. Come la doppia nota di volta, la nota cambiata coinvolge tutti i tempi della battuta: partendo dalla nota sul primo tempo (che, ricordiamo, è sempre reale), la seconda nota di muove per grado congiunto (verso l'acuto o verso il grave), una terza nota segue la stessa direzione della seconda ma saltando di terza, per poi richiudere nella direzione opposta per grado congiunto.


Per quanto riguada le quinte e le ottave parallele fra note reali, cioè appartenenti allo stesso accordo, queste devono essere separate da quattro semiminime.


In presenza di un moto contrario, possono essere separate da una sola nota, purché la seconda non cada sul primo tempo della battuta.


Per quanto riguarda le quinte, quelle che intercorrono fra due note estranee all'accordo o fra due note di cui la prima è reale e la seconda estranea, possono essere separate anche da meno di quattro semiminime.


La stessa regola vale anche quando la prima nota è estranea e la seconda reale, ma solo nelle fioriture in cui ha il carattere di nota di passaggio o di volta; in ogni caso, la seconda quinta non deve mai cadere sul primo tempo della battuta, né tutte e due sul terzo tempo.


Le quinte delle quali una è diminuita, possono essere separate da meno di quattro semiminime, ma la seconda non deve comunque cadere sul battere.


Per quanto riguarda l'unisono, esso non è mai tollerato in battere, ma può essere usato sugli altri tempi; in questo secondo caso, è preferibile che sia raggiunto per salto e mai per moto congiunto, in modo da evitare l'urto di seconda; questa stessa seconda è però tollerata se il movimento è usato in uscita; infine, va assoltumanete evitata la nota di volta sull'unisono.


Data la particolare dinamicità del ritmo melodico, la terza specie richiede alcuni accorgimenti per dare alla melodia un disegno il più possibile sobrio ed equilibrato, specialmente nell'uso dei salti. Ribadita la necessità di limitare allo stretto necessario l'utilizzo di ampi salti (vedi regole generali), si raccomanda ulteriormente di far seguire a questi salti un movimento nella direzione opposta, in modo da bilanciare il disegno melodico; inoltre, il salto di sesta minore è impiegato in questa specie solo nella stessa battuta e nel tempo della durata dello stesso accordo.


Similmente, quando una melodia ha seguito per grado congiunto una data direzione, evitare di muoversi per salto nella stessa direzione, controbilanciando con un movimento opposto.


Si ribadisce il divieto (già ricordato nelle regole generali) di creare un senso di movimento arpeggiato, generato dall'utilizzo ravvicinato di piccoli salti nella stessa direzione; una breve successione di questo tipo è invece tollerata se i salti seguono direzioni opposte.


Se all'interno della battuta si vengono a creare due armonie, queste devono coincidere con le due metà della battuta, cioè essere composte da due semiminime l'una; in ogni caso, l'ultima battuta deve contenere una sola armonia.

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