A seconda dell'aspetto preso in considerazione, le note hanno nomi precisi. Per quanto riguarda l'altezza, la teoria musicale designa sette note di base. Nel sistema latino, queste note vengono indicate con le sillabe do, re, mi, fa, sol, la, si.
Agli albori della notazione moderna, si utilizzavano segni grafici che si limitavano a suggerire l'andamento della melodia, senza il supporto di ulteriori indicazioni. Tuttavia, una tale disposizione, seppur ordinata sia orizzontalmente che verticalmente, non permette di identificare esattamente i suoni che le note dovrebbero rappresentare.
Con il tempo si sentì l'esigenza di trascrivere più precisamente le altezze desiderate: nacquero così i primi righi musicali, confluiti oggi nel moderno pentagramma.
Il pentagramma è una griglia orizzontale composta da cinque linee separate fra loro da quattro spazi, contati sempre dal basso verso l'alto.
Le note si scrivono utilizzando sia le linee che gli spazi.
Se necessario, è possibile superare i limiti del pentagramma utilizzando dei tagli addizionali, che servono da linee supplementari e che delimitano a loro volta ulteriori spazi.
Il pentagramma permette di scrivere ordinatamente le note sia in orizzontale che in verticale, ma ciò non basta a precisare l'altezza dei suoni.
A questo scopo si sono sviluppate nel tempo delle vere e proprie "chiavi di lettura", che permettono di decifrare la nota scritta sul rigo musicale come un SI piuttosto che come un DO e che sono dette appunto chiavi musicali. Le chiavi musicali sono sempre poste all'inizio del pentagramma e fissano una nota di riferimento, a partire dalla quale si leggono e si intonano tutte le altre.
Le chiavi musicali sono tre, di sol, di fa e di do, dai nomi delle note che identificano.
La chiave di sol, detta anche di violino, si pone sul pentagramma in modo tale che la seconda linea passi attraverso la sua "pancia": in questo modo, la nota corrispondente sarà un SOL (vedremo in seguito l'uso delle altre chiavi).
In base a questo SOL, saranno intonate tutte le altre note, secondo una sequenza di suoni definita.
La melodia dell'esempio può quindi essere letta ora con la giusta intonazione.
Il pentagramma permette dunque di schematizzare l'andamento di una melodia sia sul piano orizzontale (temporale) che verticale (dell'altezza). Le note sul pentagramma si leggono da sinistra verso destra, come un testo scritto in alfabeto latino moderno: questo vale sia per i singoli righi musicali sia per le partiture più complesse.
Invece, lo spostamento delle note sul piano verticale stabilisce l'altezza del suono: una nota scritta più in alto di un'altra è più acuta rispetto a quella di partenza, viceversa più grave.
TESTI DI RIFERIMENTO:
- Fulgoni M., Sorrento A., Manuale di teoria musicale, Vol. I e Vol. II Edizioni Musicali "la Nota";
- Nerina Poltronieri, Lezioni di teoria musicale, edizioni S.E.D.A.M.
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