Fra tutti gli strumenti musicali, l'oboe è certamente fra quelli che ha il nome più strano e curioso. Strumento ad ancia doppia appartenente alla famiglia dei legni (come il fagotto e il corno inglese), l'oboe nasce dallo sviluppo di strumenti musicali più antichi (insieme ai flauti, gli strumenti ad ancia furono fra i primi a comparire nell'antichità). In particolare, l'origine del nome si attesta in Francia alla fine del XVII secolo, dov'era (ed è tuttora chiamato) hautbois. Questo termine nasce dall'unione di haut "alto" e bois "legno", con il significato di "legno (dal suono) alto": per "alto" si intende quel suono acuto e penetrante, un po' nasale, tipico dell'oboe barocco (oggi, invece, con gli sviluppi moderni, l'oboe è capace anche di suonare piano e con delicatezza). A differenza di oggi però, che la pronuncia è diventata /o'bwa/, nel francese del XVII secolo essa era /o'bwε/: da qui deriva quindi l'italiano oboe, in passato pronunciato anche oboè, chiaro prestito dal francese dell'epoca.
venerdì 31 luglio 2020
mercoledì 29 luglio 2020
Etimologia dei Modi di Dire: VENDETTA, TREMENDA VENDETTA!
La storia del celebre Gobbo che alla corte del Duca di Mantova è perfido buffone e a casa amorevole padre è infatti una storia di vendetta, e vendetta proprio per l'affronto arrecato all'amatissima figlia dallo sfrenato Duca. Presa coscienza dalla stessa figlia della terribile offesa, l'ira del Gobbo esplode: ed è in questo contesto, alla fine del secondo atto, che intona il famoso:
Sì! vendetta! tremenda vendetta
di quest'anima è solo desio!
Di punirti già l'ora s'affretta
che fatale per te tuonerà!
Come fulmin scagliato da Dio
te colpire il Buffone saprà!"
(per gentile concessione di EtimologicaMente)
martedì 28 luglio 2020
Recensioni discografiche: "Semiramide" di Gioacchino Rossini
Con questa registrazione in studio, Opera Rara presenta al pubblico l'ultima e più grandiosa opera italiana di Gioacchino Rossini, che già preannuncia i suoi ultimi capolavori francesi: Semiramide. L'opera, tratta dall'omonima tragedia di Voltaire, venne rappresentata per la prima volta il 3 febbraio 1823 al Teatro la Fenice di Venezia.
Considerata una delle vette indiscusse dell'arte rossiniana, Semiramide accosta vertiginose acrobazie belcantistiche a un impianto orchestrale solido e raffinato, dimostrando la magistrale padronanza dell'arte dell'orchestrazione da parte del compositore pesarese: prova ne è la famosissima sinfonia, dal chiaro impianto sinfonico. Tuttavia, alla sua prima rappresentazione, l'opera venne ritenuta troppo lunga, sicché Rossini stesso si vide costretto ad accorciare molti passaggi. Ancora oggi viene spesso rappresentata con numerosi tagli e riadattamenti. Questa registrazione integrale ripristina pertanto tutte le parti comunemente omesse nelle rappresentazioni moderne, fornendo la possibilità di udire tutta la musica scritta da Rossini per quest'opera, che con la sua grandiosità esotica precorre capolavori monumentali come Aida di Giuseppe Verdi o Turandot di Giacomo Puccini.
il Maestro Sir Mark Elder dirige per questa registrazione l'Orchestra of the Age of the Enlightenment, con cui collabora già da molti anni, che si caratterizza per utilizzare strumenti musicali originali e comunemente impegnata nell'esecuzione del repertorio barocco e classico (per Opera Rara, Elder e quest'orchestra hanno inciso anche Les Martyrs, Imelda de Lambertazzi e Maria di Rohan di Gaetano Donizetti, oltre che Fantasio di Jacques Offenbach). I timbri brillanti e delicati allo stesso tempo degli strumenti di questa compagine orchestrale donano una nobiltà insospettata alla musica di questo vero e proprio capolavoro dell'opera italiana.
Il cast di questa registrazione è assolutamente di prim'ordine, comprendendo molti cantanti già avvezzi al repertorio rossiniano: Albina Shagimuratova (Semiramide), Daniela Barcellona (Arsace), Mirco Palazzi (Assur), Barry Banks (Idreno), Gianluca Buratto (Oroe), Susana Gaspar (Azema) e David Butt Philip (Mitrane).
Ricoperta da innumerevoli recensioni più che positive dalla maggioranza della stampa specializzata (BBC Review, Gramphone, Opera Magazine per citare solo alcuni nomi; nella scheda dedicata sul sito di Opera Rara si possono leggere tutte le recensioni), questa realizzazione è stata insignita anche di numerosi e prestigiosi premi:
- Winner of 2019 International Opera Award for CD (Complete Opera);
- Winner of 2019 International Classical Music Award in the Opera Category;
- Winner of 2019 Opus Klassik Award for Best Opera Recording;
- Winner of 2019 Edison Klassiek Award for Best Opera Recording;
- Opera category nomination for 2019 BBC Music Magazine Awards;
- Final Shortlist in Best Opera Recording category for 2019 Gramophone Awards;
- Płytomania (Polish Radio 2), Opera CD of the Year
Buon ascolto!
giovedì 16 luglio 2020
Recensione libri: "L'infinito tra le note - Il mio viaggio nella musica", di Riccardo Muti (Solferino)
"Mozart diceva che la musica più profonda è quella che si nasconde tra le note. Il mistero è lì, in quello spazio che racchiude l'universo". Con questa frase, si può riassumere interamente le riflessioni che il grande Maestro Riccardo Muti ha raccolto in questo piccolo ma prezioso libro.
L'infinito tra le note - Il mio viaggio nella musica, pubblicato dalla casa editrice Solferino, è suddiviso in otto capitoletti, all'interno dei quali Muti sintetizza il suo modo di vedere la musica e l'arte della direzione.
Il primo capitolo parla della figura del direttore d'orchestra a tutto tondo, mettendo a confronto nomi celebri del passato con i giovani direttori emergenti, non sempre artisticamente validi. Nel secondo si concentra sul suo progetto di creare una scuola di formazione per direttori d'orchestra secondo la tradizione italiana, oggi in declino, progetto divenuto realtà con l'istituzione nel 2015 della "Accademia dell'opera italiana". Il terzo parla dell'Orchestra Giovanile "Luigi Cherubini" da lui fondata e tutt'ora diretta.
Si passa poi a parlare della sua lunga opera di riscoperta del repertorio della cosiddetta Scuola Napoletana del settecento (capitolo quarto), da cui tutti i grandi musicisti classici hanno attinto, compreso Mozart. E Mozart e Verdi sono, non a caso, i compositori con cui il Maestro ha avuto più a che fare nel corso della sua carriera (capitoli quinto e sesto). Ma l'opera di recupero di Muti non si è limitata al repertorio napoletano settecentesco, essendosi egli occupato anche del poco conosciuto sinfonismo italiano a cavallo fra otto e novecento (capitolo settimo).
L'ultimo capitolo tratta infine del suo rapporto con i compositori emergenti e con la cosiddetta musica "contemporanea", sicuramente interessante dal punto di vista della sperimentazione musicale, ma spesso troppo lontana (tanto da risultare a tratti astrusa), dal gusto del grande pubblico.
In continua oscillazione fra considerazioni disincantate dell'attuale situazione musicale (non solo) italiana e una visione del futuro tutto sommato fiduciosa, questo libro è uno scrigno di inestimabili perle di saggezza donateci da uno dei musicisti più illustri e stimati di sempre.
Buona lettura!
L'infinito tra le note - Il mio viaggio nella musica, pubblicato dalla casa editrice Solferino, è suddiviso in otto capitoletti, all'interno dei quali Muti sintetizza il suo modo di vedere la musica e l'arte della direzione.
Il primo capitolo parla della figura del direttore d'orchestra a tutto tondo, mettendo a confronto nomi celebri del passato con i giovani direttori emergenti, non sempre artisticamente validi. Nel secondo si concentra sul suo progetto di creare una scuola di formazione per direttori d'orchestra secondo la tradizione italiana, oggi in declino, progetto divenuto realtà con l'istituzione nel 2015 della "Accademia dell'opera italiana". Il terzo parla dell'Orchestra Giovanile "Luigi Cherubini" da lui fondata e tutt'ora diretta.
Si passa poi a parlare della sua lunga opera di riscoperta del repertorio della cosiddetta Scuola Napoletana del settecento (capitolo quarto), da cui tutti i grandi musicisti classici hanno attinto, compreso Mozart. E Mozart e Verdi sono, non a caso, i compositori con cui il Maestro ha avuto più a che fare nel corso della sua carriera (capitoli quinto e sesto). Ma l'opera di recupero di Muti non si è limitata al repertorio napoletano settecentesco, essendosi egli occupato anche del poco conosciuto sinfonismo italiano a cavallo fra otto e novecento (capitolo settimo).
L'ultimo capitolo tratta infine del suo rapporto con i compositori emergenti e con la cosiddetta musica "contemporanea", sicuramente interessante dal punto di vista della sperimentazione musicale, ma spesso troppo lontana (tanto da risultare a tratti astrusa), dal gusto del grande pubblico.
In continua oscillazione fra considerazioni disincantate dell'attuale situazione musicale (non solo) italiana e una visione del futuro tutto sommato fiduciosa, questo libro è uno scrigno di inestimabili perle di saggezza donateci da uno dei musicisti più illustri e stimati di sempre.
Buona lettura!
Qui un estratto della presentazione del libro fatta dallo stesso autore:
mercoledì 15 luglio 2020
Recensione libri: Lezioni di teoria musicale, di Nerina Poltronieri (edizioni S.E.D.A.M.)
Lezioni di teoria musicale raccoglie le lezioni impartite per molti anni al Conservatorio di Santa Cecilia di Roma dalla Professoressa Nerina Poltronieri, profonda conoscitrice della teoria musicale ed ideatrice di un vero e proprio metodo che da lei ha preso il nome.
Il presente volume è il primo che compone appunto il "Metodo Poltronieri", di cui fanno parte anche un corso completo di solfeggi parlati e cantati (esercizi e loro esecuzione pratica), una raccolta di dettati musicali, il manuale Lezioni per il corso di armonia complementare e il libro Fondamenti di educazione musicale, il tutto pubblicato dalle Edizioni S.E.D.A.M.
Il modo di coordinare lo svolgimento logico degli argomenti, caratteristico di questa stimata docente, ha permesso di sviluppare, negli studiosi, il desiderio di apprendere e di comprendere l'importanza della conoscenza della parte teorica per poter aspirare a quella perfezione artistica, che dovrebbe essere la meta di tutti coloro che alla musica si dedicano.
Compatto, pratico ed economico, questo manuale è completo di tutti i punti fondamentali della teoria musicale così come vengono trattati nei programmi dei conservatori. Tutti gli argomenti sono trattati in modo comprensibile per tutti coloro che si accostano per la prima volta allo studio della musica. Sono però anche sviluppati con profondità taluni particolari interessanti, in grado di catturare l'attenzione anche di coloro che la musica la conoscono già. Inoltre, questo libretto è ormai considerato da tempo una guida preziosa e sicura anche per tutti coloro che la musica la insegnano.
Buona lettura e buono studio!
Il presente volume è il primo che compone appunto il "Metodo Poltronieri", di cui fanno parte anche un corso completo di solfeggi parlati e cantati (esercizi e loro esecuzione pratica), una raccolta di dettati musicali, il manuale Lezioni per il corso di armonia complementare e il libro Fondamenti di educazione musicale, il tutto pubblicato dalle Edizioni S.E.D.A.M.
Il modo di coordinare lo svolgimento logico degli argomenti, caratteristico di questa stimata docente, ha permesso di sviluppare, negli studiosi, il desiderio di apprendere e di comprendere l'importanza della conoscenza della parte teorica per poter aspirare a quella perfezione artistica, che dovrebbe essere la meta di tutti coloro che alla musica si dedicano.
Compatto, pratico ed economico, questo manuale è completo di tutti i punti fondamentali della teoria musicale così come vengono trattati nei programmi dei conservatori. Tutti gli argomenti sono trattati in modo comprensibile per tutti coloro che si accostano per la prima volta allo studio della musica. Sono però anche sviluppati con profondità taluni particolari interessanti, in grado di catturare l'attenzione anche di coloro che la musica la conoscono già. Inoltre, questo libretto è ormai considerato da tempo una guida preziosa e sicura anche per tutti coloro che la musica la insegnano.
Buona lettura e buono studio!
venerdì 10 luglio 2020
Intervista a Ennio Morricone
Intervista integrale ad Ennio Morricone degli anni '90, senza montaggio e tagli, in cui si può assaporare, oltre all'artista, anche l'uomo semplice ed umile che è sempre stato.
domenica 5 luglio 2020
Le scale musicali al pianoforte: scale di DO, RE, MI e SOL minore
Come la scala di LA minore ci ha permesso di constatare, tutte le scale minori hanno la medesima diteggiatura delle loro omologhe maggiori: ne consegue che le scale di DO, RE, MI e SOL minore hanno tutte la seguente diteggiatura, rispettivamente come DO, RE, MI e SOL maggiore: per la mano destra 12312345 a salire e 54321321 a scendere, per la mano sinistra 54321321 a salire e 12312345 a scendere. Ciò che cambia sono le alterazioni e di conseguenza i tasti neri che si incontrano suonando la scala al pianoforte. Nello specifico:
- La scala di MI minore è l'unica di questo gruppo ad avere un diesis in chiave (il FA diesis), come la relativa SOL maggiore:
- La scala di RE minore presenta un bemolle in chiave (il SI bemolle), come la relativa FA maggiore:
- La scala di SOL minore presenta due bemolli in chiave (il SI e il MI bemolli), come la relativa SI BEMOLLE maggiore:
- LA scala di DO presenta tre bemolli in chiave (il SI, il MI e il LA bemolli), come la relativa MI BEMOLLE maggiore:
TESTI CONSIGLIATI:
- Vincenzo Mannino, Le scale, Edizioni Curci.
- Tommaso Alati, Le scale per pianoforte, Carisch.
- Luigi Finizio, Le scale, Ricordi.
- Pietro Montani, Tutte le scale, Ricordi
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